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VIAGGIO nel WEB fra ECONOMIA e FINANZA (II.parte)

By aprile 5, 2017 No Comments

Link, cronologia, preferiti, varie finestre sono aperte nel browser; un’analisi di V. Andreoli attrae l’attenzione: “le banche sono nate all’interno dei templi antichi, come se conservassero qualcosa di sacro… Il personaggio denaro ha avuto bisogno di un teatro particolare, creato apposta per lui: il mercato… A ben guardare all’origine delle grandi esplorazioni, dal Quattrocento in poi, c’era il desiderio di scoprire luoghi in cui acquistare mercanzie pregiate da portare in Europa: così sono nate la via della seta, del tabacco, del tè, ma anche dell’oppio”.

Questo argomento consente di approfondire il link sul fallimento delle banche fiorentine Peruzzi e Bardi. Il più avanzato sistema bancario nell’Europa della metà del Trecento non è in grado di sopportare un insieme di crisi sui mercati: la bancarotta inglese, i prelievi napoletani, il crollo dei titoli di debito pubblico, del mercato immobiliare e la deflazione causata dall’aumento del corso dell’argento. Cui si aggiunse, nel 1346, un miserabile raccolto dopo mesi di pioggia e la peste nei successivi anni di crisi.

Nella pagina del browser di navigazione spiccano i link colorati di illustri personalità della finanza e della politica: “l’attività bancaria fu fecondata con l’ingiustizia e nacque nel peccato…” disse Sir J. Stamp, ricchissimo direttore della Banca d’Inghilterra. Il nobel M. Allais specificò: “L’attuale creazione di denaro dal nulla operata dal sistema finanziario è identica alla creazione di moneta da parte di falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto”. Il secondo presidente USA J. Adams apre uno squarcio sulla realtà: “tutte le perplessità, confusioni e angosce in America sorgono non dai difetti della Costituzione… non per mancanza di onore o di virtù, quanto da ignoranza vera e propria della natura della moneta, del credito e la circolazione”. Interessanti le dichiarazioni dei premier inglesi: “non credo alle statistiche se non quando le ho falsificate” W. Churchill; e M. Thatcher: “Il denaro pubblico non esiste. Non esiste che il denaro dei contribuenti”.

Altre volte è lo stesso governatore della FED, noto ad ogni investitore, a puntualizzare: ”credo che dovrei mettervi in guardia che, se risultassi essere particolarmente chiaro, probabilmente fraintendereste quello che ho detto” A. Greenspan.
Le parole chiave invitano a cliccare un link su M. Friedman: “se si mette il governo federale responsabile del deserto del Sahara, entro 5 anni ci sarà una carenza di sabbia” e su J. K. Galbraith: “negli scritti sulla moneta la complessità viene creata per mascherare la verità, non per rivelarla… Il modo in cui le banche creano moneta è così semplice che la mente lo rigetta”. Inoltre indirizzano verso l’approfondimento della gestione del franco svizzero da parte della banca centrale.

Afferma L. Gallino: “Non solo il sistema finanziario ha acquisito un peso irrazionalmente sproporzionato sull’economia mondiale. Ha pure conquistato tale posizione fondandosi sulla creazione a oltranza di debito e, piú in generale, creando quantità eccessive di denaro di vecchio e nuovo genere”. Si deve distinguere la moneta legale garantita dalla legge dello stato, che è solo una piccola percentuale della massa monetaria dalla moneta creditizia bancaria che è una fetta ben più ampia. Come ammesso dalla stessa Banca d’Inghilterra le banche creano moneta nel momento in cui si crea il prestito, “fiatmoney”, laddove si immette la cifra desiderata in un terminale elettronico. “Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri ” E. Pound.

L’ex ministro A. Galloni, figlio di G. Galloni principale collaboratore di Moro afferma, parafrasando G. Auriti, che il credito è un ponte tra passato e futuro, vale a dire è l’attività previsionale della mente umana che genera i valori poi indotti nella moneta. La moneta, cioè, è il frutto della mente umana, ed è all’umanità che essa spetta. “Nulla è più politico della moneta” J. Tobin.
Nuove pagine aperte con un altro browser consentono a qualsiasi investitore l’approfondimento sui mercati grazie ai link di A. Fugnoli: “dalla Grande Depressione… siamo usciti scoprendo la spesa pubblica. Ne abbiamo però abusato, creando le condizioni per la crisi degli anni Settanta. Da quella crisi siamo usciti da una parte scoprendo la disciplina fiscale e monetaria e dall’altra con la globalizzazione.

La disciplina ha però creato una sensazione crescente di stabilità, che ha prodotto a sua volta una propensione al rischio finanziario e alle bolle”. L’ipertesto rimanda ad una frase di F. Caruso: “il sogno neanche tanto segreto delle banche centrali è un mondo senza cicli economici… un mondo perfetto, di crescita lineare, senza sbalzi, dove le recessioni sono solo dei rallentamenti della crescita e i surriscaldamenti sono solo incrementi marginali superiori…”.

Il passo è breve per un investitore che voglia passare da questo link ai siti di borsa. “La finanza, che trova la sua manifestazione nella “borsa valori”, è un “gioco a somma zero”. Essa non genera alcuna vera ricchezza per la collettività. La funzione della borsa in origine consisteva nel fare incontrare “creditore e debitore” per porre fine alle rispettive posizioni; oggi è un semplice collettore di ricchezza…” A. Galloni.

Chiusa questa parentesi riappare il link di A. Fugnoli: “coloro che interagiscono sui mercati sopravvalutano le proprie capacità intellettuali e la loro centralità. Se si esclude la finanza comportamentale, che è umile perché è l’unica che parte dall’analisi empirica non di quello che si pensa o di quello che si dice, bensì di quello che si fa davvero, le teorie dominanti a livello accademico o nella falsa coscienza degli operatori attribuiscono ai mercati superpoteri… tuttavia l’impressione, nonostante la finanziarizzazione degli ultimi decenni, è che l’importanza attribuita ai mercati nella loro retroazione sul mondo sia comunque esagerata”. Molti link contengono la nuova parola chiave “borsa”, uno riguarda un famoso investitore: “Non c’è nulla di nuovo in borsa. Non ci puó essere perchè la speculazione è vecchia come le colline. Ció che accade nel mercato oggi è accaduto prima ed accadrà ancora” J. Livermore. Dello stesso avviso L. Summers: ”Incolpare gli speculatori come causa della crisi finanziaria risale al tempo dei Greci. E’ quasi sempre la risposta sbagliata”.

La navigazione si sposta verso i mercati della City di Londra dove vale il principio del “caveat emptor”: al venditore non spetta di sincerarsi dell’avvedutezza dell’acquirente. Gli squali della finanza e della borsa vanno oltre: “rape and pillage”, ovvero «stupro e saccheggio» delle tasche del cliente. Azzarda l’antropologo Luyendijk: “In fondo, per la gente di sinistra la City assolve la stessa funzione che ha l’Islam per il pubblico di destra; è un nemico talmente perfetto che ci si può permettere di non saperne nulla”.

Gira un detto: “Lose your opinion, not your money!” cioè perdi le tue opinioni, non i tuoi soldi. Sulla stessa linea di G. Jekko dal film Wall Street: “I più di questi laureati all’Harvard non valgono un c. Serve gente povera, furba e affamata. Senza sentimenti. Una volta vinci e una perdi; ma continui a combattere. E se vuoi un amico, prenditi un cane”.

Ed Emilio Tomasini, direttore responsabile di TRADERS’ Magazine Italia, notoriamente poco incline agli scivolamenti psicologici ed attento conoscitore del mondo dell’investitore, usa una nota frase di R. Dennis, l’inventore del metodo trend following e delle Turtles: “good trading is boring” ovvero il buon trading, quello che fa soldi, è di una noia pazzesca. “Quando si guarda il trading da fuori è difficile capire, spiega Tomasini, quanto sia davvero noioso fare trading quando guadagni in maniera consistente. Ogni cosa della vita, fatta ripetutamente e con forte intensità, genera noia. La realtà è che l’investitore medio preferisce l’eccitazione del trading casuale alla noia del trading che funziona ma che non ha niente di sexy”.

I link con le cosiddette previsioni di borsa di inizio anno sono molto cliccati dagli investitori. Alcuni analisti criticano l’opportunità di usare questa tempistica in quanto i mercati sono un continuum ed esprimono il loro disaccordo su una diffusa usanza: affermare che una borsa l’anno finirà più alto di come è iniziato ma in mezzo ci saranno crisi capaci di portarla sotto i livelli iniziali, significa in realtà, fornire indicazioni non misurabili, senza un track record.

“Un investitore che ha tutte le risposte, non ha capito la domanda” J. Templeton. Il giusto atteggiamento dell’investitore deve essere distaccato e rifarsi ad un metodo razionale e professionale. Così da evitare di agire in stato di urgenza, di prendere decisioni confuse inseguendo inutilmente i mercati. Parafrasando Caruso, nonostante non vi sia possibilità di previsione sui mercati questi possono essere compresi nel loro fluire e nel divenire dei rispettivi flussi di profittabilità. “Il problema principale per un investitore e anche il suo peggior nemico è probabilmente lui stesso” B. Graham.

Chiudendo le schede nel browser di navigazione appare, nelle ricerche correlate, un link sulla storia dei fratelli Cherchi. Al fine di ingrandire l’azienda ottengono una quantità di crediti Sardex pari a 25000 euro per l’acquisto di un nuovo banco refrigeratore dai fornitori dello stesso circuito. In poche settimane i Sardex incassati vendendo formaggi agli altri iscritti superano il debito inizialmente contratto e consentono di fare nuovi investimenti. Ogni debito-credito è a interessi zero perciò chi ha il conto Sardex in attivo non è stimolato ad accumulare ma a spendere. Chi invece è “sotto” in Sardex ha interesse ad andare in pari offrendo i propri beni o servizi, altrimenti dopo un anno il suo debito verso la camera di compensazione del circuito passa in euro. Tale spinta contrapposta stimola le compravendite e aumenta i fatturati: fa girare l’economia. Sintetizza Quarantiello: «Zero recupero crediti, zero ritardi nei pagamenti… zero interessi…”. Dice F. Contu: “…chi fa parte del circuito…può partecipare a un processo di cambiamento collettivo…riscrivere un patto sociale». Questa valuta complementare, che viene studiata in tutto il mondo, ha una velocità di circolazione sei volte superiore a quella dell’euro.

Ripulito lo schermo nuove parole chiave inducono a cliccare altri link: Home Banking, Mobile Banking, Usability, Multichannel Contact Center e finanza tecnologica. L’information technology, dopo aver invaso altre sfere del nostro vivere come l’informazione quotidiana o la scelta di un viaggio entra nel mondo delle banche. Goldman Sachs stima che 4,7 trilioni di profitti passeranno dai bilanci delle banche a quelli delle non banche.

In Italia assistiamo al successo di Mutuionline, Segugio, Satispay, Moneyfarm, Fundstore. Vicino a noi la austro-tedesca Number26 consente di aprire un conto corrente scaricando una app. Facebook, dopo pensieri, foto, dati e la realtà aumentata si innova ancora. Negli USA agisce da intermediario creditizio, ente di deposito, operatore dei pagamenti ed emittente di moneta elettronica, a breve anche nell’Unione Europea. L’invasione sui mercati delle “non-banche”, secondo McKinsey, terremoterà questo settore dalle fondamenta ed il bancario dovrà trasformarsi via via in consulente, venditore di immobili quant’altro ruota attorno all’investitore.

Molti link trattano il microcredito e del suo successo in alcune parti del mondo nel contrasto alla crisi economica. Si tratta di piccole cifre finalizzate all’avvio di un’attività imprenditoriale o per far fronte ad emergenze, concesse nei confronti di soggetti vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico. Spesso è rivolto a gruppi responsabili, generalmente sono esclusi dal settore formale dei mercati, che rispondono solidalmente del debito in virtù del forte vincolo che li lega. È un potente sviluppatore di inclusione finanziaria, riaccende la spinta economica, incentiva la partecipazione sociale: riporta vitalità dove c’era crisi.

Un concetto di C. Magris può essere traslato ad usi dei naviganti sul web: “viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un’altra”. Prima di spegnere il computer, una sintesi di Andreoli merita attenzione: “le psicologie devono affermare i criteri per ricostruire una società che non si fondi sui bisogni dell’economia ma su quelli dell’uomo; i mercati sono soltanto un modo per dare risposta a questi bisogni.

E così il denaro… non deve indurre esigenze che fanno saltare l’equilibrio della mente, disturbando le relazioni fra gli uomini e la vita della società”. Al termine di un viaggio fra terre che sembrano appartenere alla “meta finanza”, è di aiuto una riflessione di J. Rohn: “il tuo futuro finanziario non è l’economia; il fattore chiave è la tua filosofia”. Unita all’energia fornita da quella di T. Eliot, autentico faro per la prossima navigazione: “non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta”.